Controcorrente

matrimonio blog Nel 2013 sono stati celebrati in Italia 194.057 matrimoni, 13.081 in meno rispetto al 2012. Ce lo dice l’Istat, indagine pubblicata ieri. Eppure c’è ancora chi, in controtendenza, al  matrimonio ci crede ancora.  

La parola che ho detto più spesso nelle ultime settimane è sicuramente “grazie”. Ai miei famigliari, agli amici, alle persone che ho incontrato, al poliziottone della metro di Washington, e al ranger di quella di Boston. Ad una signora qui sotto, poco fa.

Anche questo è un post per dire grazie, e arriva ad oltre un mese di distanza dall’ultimo. Un periodo di silenzio, in cui non ho scritto volutamente nulla di tutto quello che stava accadendo nella mia vita. Un periodo di silenzio, per finire di organizzare, e poi vivere pienamente la felicità di un matrimonio. Il mio. Continua a leggere

Ansia da perfezione

Il bello di internet è che spesso non funziona. Scusate il ritardo.

Mi piace scoprire le massime della strada: frasi epiche, pillole di filosofia del semaforo o della striscia pedonale, che ti vengono donate  senza che tu le chieda, e che arricchiscono ogni percorso.  Le ascolti dalla gente che cammina intorno a te, o le leggi sulle insegne dei negozi, o sui cartelloni pubblicitari; ti capitano addosso senza che tu faccia nulla, perché a volte basta solo restare fermi, per captare involontariamente queste massime di vita eccezionali. Come quella che ho sentito qualche giorno fa. Centro di Roma, ora di pranzo, la sottoscritta intenta a parcheggiare il motorino, e  due operai di passaggio, concentrati in una chiacchierata molto seria: <<Noi siamo programmati per vivere 40 anni>> – dice uno. Non riesco a percepire la risposta dell’altro, mentre il primo rilancia:<<Ma sì, il resto è tutto frutto dell’evoluzione>>.

Frase ad affetto, che mi ha fatto tornare alla mente un’altra massima di strada, letta invece sulla vetrina di un negozio molto fashion, mesi orsono: “Life is not about finding yourself. Life is about creating yourself” (più o meno “la vita non è trovare se stessi, ma creare se stessi”).  Ammetto che in questo caso la mia attenzione era stata colpita di più dalla scritta grande sotto  – “Saldi 50%” – , ma una volta confermato che le mie finanze precarie non mi permettevano nessun acquisto dalla suddetta vetrina, quella frase lapidaria ha iniziato a macinare nel cervello, fino ad ora, quando la filosofia da vetrina è stata richiamata dalla filosofia del panino.

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