I leoni di San Prospero

piazza San Prospero

Quando non trovo le parole, mi siedo e scrivo. Così è anche oggi, in una giornata di fine luglio che sa molto poco di estate. Con il lavoro fermo e la testa troppo piena di pensieri.
Comincio dall’immagine che ho scelto per questo post, la facciata della chiesa di San Prospero nell’omonima piazza di Reggio Emilia. Perché proprio questa? Perché è una delle piazze che conosco di Reggio, città di adozione di mia sorella.
E poi perchè è l’ultima immagine che ho inviato a Francesco, via sms, qualche tempo fa.

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Rosso Flammae

 

Flammae Cordis1
La verità è che io questo post avevo iniziato a scriverlo giorni e giorni fa, ed aveva un titolo ed un’immagine diversa.

La verità è che scrivo, ma dovrei dormire già da un pezzo, e infatti la palpebra non stenta a ricordarmelo, ora che, ripresi i turni di lavoro sulle 8 ore, ho accantonato la pratica abituale di scrivere il blog a notte fonda, relegandola a sabati sera particolarmente ispirati, prima di cadere schiantata dal sonno su una qualsiasi superficie.

La verità è che non so da che parte cominciare a scrivere, per raccontare questa storia di amore, di amicizia, di fedeltà.

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Cento!

100 ruota

Pensavo fosse molto più facile. Quando mi sono accorta che il blog stava per raggiungere un traguardo importante, ho subito pensato che ci sarebbe voluto poco per scrivere qualche riga di ringraziamento e pubblicarla. E invece mi sbagliavo di grosso.

Quello che sto scrivendo ora, in un freddo e piovoso pomeriggio di novembre, con il sottofondo musicale di Gershwin, è il centesimo post del blog.

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Pane al pane

questa non è una pipa

Sto cercando le parole per parlare dell’ipocrisia, e non so bene da dove partire. Iniziamo dalla base, dal dizionario, dove l’ipocrisia viene definita come “la capacità di simulare sentimenti e intenzioni lodevoli, o moralmente buone, alla scopo di ingannare qualcuno per ottenerne la simpatia o i favori”, e ha come sinonimi la doppiezza e la falsità. Non male come accoppiata.

Facciamo ora un passo indietro: perché scrivere di ipocrisia? Perché è la parola che ricorre di più, che serpeggia più spesso, anche se nessuno lo dice; perché recentemente ne ha parlato il papa, definendola il linguaggio dei corrotti; perché a pensarci bene, rischia di essere il denominatore comune delle nostre relazioni quotidiane.

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Bandiera bianca

La bandiera bianca è una bandiera simbolo internazionale della pace, normalmente utilizzato nei periodi bellici o nei conflitti. Può significare diverse cose, tra cui la resa, la soluzione parlamentare, il cessate il fuoco o la fine delle ostilità.

Wikipedia ci aiuta così a capire i significati principali , e più diffusi, della bandiera bianca. Resa, fine delle ostilità, pace: in poche parole, arrendersi. Sul campo di battaglia vero e su quello della vita.

Perché ci sono momenti  nella vita in cui  sventola la bandiera bianca, i momenti in cui si deve mollare la presa, abbassare le difese, e dire chiaramente “io non ce la faccio più”.

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Ricominciamo

Insomma, si può sapere che fine hai fatto?  Caro blog, rieccomi!

Come cantavano i Righeira “l’estate sta finendo e un anno se ne va”; una delle canzoni più tristi della storia, che solo a sentirla in questo periodo viene voglia di prendersi a mattonate in testa, ma che racchiude una grande verità: le vacanze sono finite,  perché il tempo del riposo, giusto e necessario fin dalla Genesi, ha un limite.

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Un anno di blog

Non so come si scrive un post celebrativo, non l’ho mai fatto, e fino a poco tempo fa non pensavo di doverlo fare. Però il momento è giunto e non si può non festeggiare.

Caro il mio blog, oggi compi un anno, e chi scrive è stupita, sorpresa e un po’ commossa per questo traguardo così importante. Se me lo avessero detto, non so se ci avrei creduto.

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