A piedi nella notte

giro sette chiese

Mi fa male un polso. Devo ancora finire di svuotare lo zaino delle vacanze. Sono stanca, e ho dormito poco. Mi fa fatica il pensiero di camminare tutta la notte. Ho troppe cose da fare sabato mattina, e non posso passarlo a dormire. Il pezzo verso San Lorenzo. Tante persone da guidare. Le cuffie che non funzionano. Il pezzo verso San Lorenzo. Ho la voce bassa e ho paura di prendere freddo. Il pezzo verso San Lorenzo . E se piove? Oggi non riuscirò a riposare abbastanza per stasera. Lavoro domenica, e non riuscirò a recuperare il sonno. E poi…c’è il pezzo verso San Lorenzo.

Queste sono solo alcune delle numerose, insistenti obiezioni (tentazioni), che si affacciano puntualmente alla vigilia di ogni giro delle Sette Chiese. Continua a leggere

Il custode di mio fratello

pietà Yemen

Stavo pensando ad un nuovo post da scrivere, ed è capitata la festa degli angeli custodi. Allora ho cominciato a pensare agli angeli custodi, a quanto troppo spesso non li consideriamo, a quanto li dimentichiamo, a quanto sia bella la preghiera con cui si fanno chiamare, a quanto avrà da fare il mio angelo custode, poveretto, per riparare tutte le castronerie che faccio, che dico, che penso, che scrivo durante una sola giornata.

E poi è c’è stata la tragedia di Lampedusa. Tante parole, tanti commenti, tante immagini.

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Se ci fosse Don Camillo

don camilloSì, lo ammetto: c’è stato un periodo della mia vita in cui ho partecipato al concertone del 1 maggio a San Giovanni.  Un paio di volte, con qualche amico sparuto, scarpe da ginnastica e pantaloni comodi, mi sono messa anch’io in mezzo ai ragazzi che si vedono in piazza…..cioè non proprio in mezzo, diciamo ai lati, perché i posti dove c’è tanta gente mi fanno paura, mi viene la claustrofobia e devo avere una via di uscita sempre a portata di mano; e sempre un po’ lontana, perché non essendo dotata di un’altezza invidiabile, in qualsiasi punto mi metto in questi casi comunque non vedo nulla. Certo non ci andavo dall’inizio, ma nel tardo pomeriggio e  con molta calma, e  di certo non restavo fino alla fine, perché comunque non vedevo niente, non sentivo niente, la gente addosso mi dava un po’ fastidio, e quindi era facile dopo un po’ prendere la decisione di tornare a casa.

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Senza stancarsi

speranza

“Erano tempi oscuri, senza legge, né ordine”, dice la voce narrante all’inizio del film “La spada nella roccia”. Ha appena raccontato con tristezza la storia della spada prodigiosa che nessuno riesce ad estrarre per diventare re d’Inghilterra, di un trono senza corona e di un miracolo che non si è compiuto e che è stato dimenticato. Sappiamo che il film finisce bene.

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Ma tu ci credi ancora?

Erano anni che non li vedevo. Un po’ per prigrizia, un po’ per nostalgia, un po’ perché mi sembra di conoscerli a memoria, i filmini girati da mio padre. Dagli anni ’60 ad oggi, minuti su minuti di girato, in bianco e nero e a colori,  che raccontano feste di famiglia, vacanze al mare, partite di calcetto, e giochi di ragazzi.

Li ho rivisti qualche giorno fa:  bambini diventati grandi, grandi diventati adulti, tanti che non ci sono più; rughe in più e capelli in meno, chili in aggiunta e muscoli guizzanti persi nella nebbia degli anni. E poi il sorriso di mia madre, le mani di mio padre, la fossetta di mia sorella, la mia frangetta perennemente spettinata, i miei zii con i loro amici. Nello stesso tratto di spiaggia, facendo le stesse cose che facciamo oggi. Lacrime di capricci, abbracci di allegria, chitarre in spiaggia, bagni con le mareggiate,  e anche gioie, silenzi, e  tristezze che la cinepresa non racconta, ma gli occhi e la storia di ogni cuore sì. Cose che cambiano e altre sono rimaste uguali nel tempo,  a colori e in bianco e nero.

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Il calcolo dell’imprevedibilità

I componenti della commissione Grandi Rischi  della Protezione Civile sono stati condannati a sei anni di carcere per il terremoto in Abruzzo del 2009: non avrebbero fornito le giuste informazioni ai cittadini, minimizzando l’entità del sisma in arrivo. In pratica, non sono stati in grado di prevederlo con certezza assoluta.

Nello stesso giorno una nota showgirl, che ha passato la cinquantina da un po’,  ha confermato ufficialmente di essere incinta del primo figlio dal marito: dopo vari tentativi non riusciti, alla fine è ricorsa alla fecondazione assistita, e  ha dichiarato: <<Nutrivo il desiderio di diventare mamma da sempre, ma il bambino non voleva arrivare in modo naturale[…]Sono consapevole che alcuni pensano che alla mia età non avrei dovuto, ma ho voluto questo bimbo con tutta me stessa. In cuor mio farò il massimo per vivere il più a lungo possibile».

Cronaca e gossip,  Due notizie slegate fra loro, che più diverse non si può, diffuse nello stesso giorno, che mi hanno fatto pensare. Forse perché a modo loro entrambe fanno discutere, forse perché  lasciano stupiti…o forse perché parlano di prevedibilità e imprevedibilità.

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Almeno (il) Credo

Forse lo avrete capito da soli…decidere di cosa scrivere oggi non è stato semplice. Alla fine però ho deciso di mettere da parte i timori e rispondere al mio primo desiderio, quello che fin dalla scorsa settimana si era affacciato nel cuore.

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